Amatissimi – Cara Wall

Un esordio letterario come pochi, quello di Amatissimi di Cara Wall. Portato in Italia da Fazi Editore in una elegante veste, questo romanzo può competere con i giganti della narrativa.

Trama

Ci troviamo Greenwich Village, anni Sessanta. Sullo sfondo di profondi cambiamenti sociali, Cara Wall analizza visceralmente le vite dei suoi quatto protagonisti: i due pastori Charles Barret e James MacNally, e le loro mogli Lily e Nan.

Charles e James sono mossi da fede e intenti diversi, le cui peculiarità si completano a vicenda; si ritrovano chiamati a risollevare le sorti della Terza Chiesa Presbiteriana dai tempi turbolenti che sta attraversando. Al loro fianco le rispettive mogli. La Dottoressa Lily Barret, intellettuale, colta, estremamente diretta e convintamente atea; la dolce Nan, cresciuta in Missisipi, dalla forte fede e visceralmente legata alla missione del marito.

Amatissimi non è una storia di grandi eventi, ma è una storia di vita, che analizza il rapporto tra le due coppie e la relazione che si instaura tra di loro. Le loro vicende, il modo in cui sono state narrate, mi hanno travolta. Cara Wall affronta uno studio profondo e limpido della psiche dei personaggi, tanto che sembra di vivere le emozioni che provano insieme a loro, toccando in contemporanea i grandi temi di quegli anni: il matrimonio, il rapporto con la fede (o la mancanza di essa), le relazioni sociali, i problemi politici e sociali.

Le coppie

Charles e Lily hanno vissuto due vite molto diverse. Charles, figlio di un professore di Harvard, ha avuto la strada tracciata fin da bambino. L’incontro travolgente con Lily in biblioteca, che lo farà innamorare di lei senza nemmeno conoscerla, unita all’improvvisa scoperta della fede, mutano le aspettative della sua famiglia, ma gli danno anche un obbiettivo. Lily ha perso i genitori in un incidente d’auto. Se già era stata una ragazza solitaria e riflessiva, questo dramma la spinge sempre più a studiare, a ritrarsi in se stessa e a cercare di allontanarsi dalla sua immensa famiglia composta da zii e cugini. La relazione tra Charles e Lily è, a mio parere, quella più affascinante: completamente atea lei, estremamente credente lui, non sembrano esattamente la coppia perfetta eppure funzionano e si completano in un modo viscerale e profondo.

James e Nan sono forse meglio assortiti, uniti da un sentimento più saldo e meno conflittuale. James proviene da una poverissima famiglia, con un padre alcolista che ha combattuto in guerra. La sua voglia di studiare spinge la madre a scrivere al proprio fratello. Lo zio di James lo prenderà sotto la sua ala, garantendogli la possibilità di andare al college. Qui James incontra Nan. Nan appartiene ad un’agiata famiglia in Missisipi e il padre è un pastore della chiesa locale. Uomo arguto e colto, manda Nan a studiare Musica lontano da casa. Ed è proprio al college che i due si conoscono e innamorano ed è grazie alla fede di Nan che James capisce che può fare la differenza come uomo di Chiesa. La lotta di James è sociale, ma ben si adatterà alle esigenze della Terza Chiesa Presbiteriana.

La scrittura dell’autrice

Sono rimasta veramente soddisfatta di questa lettura che mi ha fatto uscire da un brutto blocco del lettore. La scrittura fluida, arguta, ricca ma non difficile dimostra una profonda e lunga riflessione personale da parte dell’autrice. Amatissimi, infatti, mi ha subito ricordato lo stile narrativo di Harper Lee e, sebbene gli intenti siano diversi, così come la struttura, ho amato immergermi in uno stile più elaborato del solito ma che faceva divorare le pagine. Spero darete una possibilità a questo meraviglioso romanzo.

Curiosità

Amatissimi è un titolo che all’inizio non avevo compreso, ma arrivata a fine libro si nota che rievoca le parole che si pronunciano durante i voti nuziali: “Amatissimi fratelli e sorelle”. L’ho trovato un titolo molto dolce, oltre che azzeccatissimo una volta concluso il libro.